LE DONNE CON DISABILITÀ: STIAMO DAVVERO ABBATTENDO OGNI BARRIERA?
8 marzo, Giornata internazionale della donna. Un’occasione per ricordare le conquiste sociali e politiche, ma anche un momento in cui fare luce su discriminazioni, violenze e disuguaglianze di genere che persistono, tristemente, nella nostra società.
Lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere, salute, violenza contro le donne. Lo scorso 24 ottobre l’EIGE (Istituto Europeo sull’Uguaglianza di Genere) ha reso noto l’Indice sull’Uguaglianza di Genere 2023, prendendo in esame i sopracitati ambiti della vita quotidiana in cui le donne rischiano di trovarsi in una condizione di svantaggio rispetto agli uomini. Tale report ha consentito di rilevare informazioni specifiche sulle persone con disabilità in contesti e sfere come l’istruzione, l’occupazione, la condizione economica e la salute.
Dalla media dell’Unione Europea, che si riferisce al biennio 2021/22, si evince che:
- Il 20% delle donne con disabilità ha un lavoro a tempo pieno, rispetto al 29% degli uomini con disabilità, al 48% delle donne senza disabilità e al 64% degli uomini senza disabilità (un dato che si riferisce alla popolazione di età compresa tra 15 e 89 anni). Tuttavia, il punteggio relativo alle prospettive di carriera delle donne con disabilità è leggermente superiore a quello degli uomini con disabilità, ma inferiore a quello degli uomini e delle donne senza disabilità.
- Il 17% delle donne con disabilità ha un diploma di istruzione terziaria rispetto al 18% degli uomini con disabilità, al 32% delle donne senza disabilità e al 29% degli uomini senza disabilità.
- Il 22% delle donne con disabilità è a rischio povertà, rispetto al 20% degli uomini con disabilità, al 16% delle donne senza disabilità e al 15% degli uomini senza disabilità. Il guadagno mensile medio e il reddito netto medio equivalente delle donne con disabilità sono inferiori a quelli degli uomini con disabilità e degli uomini e delle donne senza disabilità.
- Le donne con disabilità svolgono attività di cura: il 28% delle donne con disabilità si prende cura ed educa i propri figli o nipoti, anziani o persone con disabilità, ogni giorno, rispetto al 20% degli uomini con disabilità, al 26% degli uomini senza disabilità e al 40% delle donne senza disabilità. Molte donne con disabilità svolgono i lavori domestici come le donne senza disabilità (78%), e in una percentuale molto più elevata rispetto agli uomini con disabilità (40%) e agli uomini senza disabilità (30%).
- Il 18% delle donne con disabilità si percepisce in buona o ottima salute, rispetto al 21% degli uomini con disabilità, all’84% delle donne senza disabilità e all’87% degli uomini senza disabilità.
Percentuali che destano preoccupazione e che denotano come la strada da percorrere per abbattere le disuguaglianze di genere, anche nella disabilità, sia ancora tanta. Nello specifico, le donne con disabilità in Italia risultano essere maggiormente discriminate nelle campagne di comunicazione di massa, nella violenza contro le donne, nella mancanza di accessibilità fisica e delle informazioni relative ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, ed a livello occupazionale.
Cosa comporta tutto ciò? Non rilevando concretamente le specifiche esigenze delle donne con disabilità, tali problematiche sono di conseguenza molto lontane da una risoluzione. Anche per questo, siamo fieri di come l’approccio Limitless all’abbattimento delle barriere sia D2D, ovvero “disabled to disabled”: una rivoluzione che parte quindi dall’interno, cosci del fatto che una soluzione realmente definitiva, in ogni ambito, non potrà prescindere dal contributo fattivo delle persone con disabilità.
Nel nostro Team, ad esempio, siamo fieri di poter contare su Benedetta De Luca, nata con una condizione medica rara definita come agenesia del sacro o sindrome da regressione caudale, che consiste in una malformazione congenita dei segmenti spinali inferiori, associata ad aplasia o ipoplasia del sacro e della colonna lombare. Una patologia che in media colpisce 1 su 60mila nati.
Laureata in giurisprudenza, avvocatessa, per poi comprendere che le sue condizioni di salute non potevano consentirle di svolgere questo lavoro così frenetico nel migliore dei modi e decidere quindi di inseguire un’altra sua grande passione: il mondo dei social.
È questa la chiave dei contenuti che ogni giorno realizza Benedetta: dall’abbattimento degli stereotipi relativi alla donna con disabilità, considerata dalla società come asessuata e non desiderosa di sentirsi bella e alla moda, alla valorizzazione della diversità come unicità e bellezza, non come elemento da nascondere o di cui vergognarsi. Il tutto, con un pizzico di ironia.
È oggi, più che mai, il momento di scendere in campo e di giocare attivamente il proprio ruolo.